E’ sera nelle pianure del South Luangwa e come ogni notte il paesaggio si trasforma, lasciando spazio ad un mondo completamente nuovo.

L’oscurità nasconde un brulicare di vita e il grande "esercito" di specie notturne si risvegliano, ed incominciano le attività abituali.

E' sera nelle pianure del South Luangwa, sono in procinto di partire per un nuovo safari fotografico,  emozionata ed impaziente di scoprire cosa mi potrà riservare la mia nuova avventura. Preparo con cura l’attrezzatura fotografica, la videocamera, la torcia, la lampada a raggi infrarossi, un ultimo controllo e via si parte.
Anche Phil un giovane ecologista del luogo che studia per diventare una guida esperta del parco decide di unirsi a noi nella nostra nuova avventura di "caccia fotografica".

Percorro la maggior parte del tragitto costeggiando un fiume in secca, il terreno è impervio, sassi, buche e sabbia tanta sabbia. Arrivata nella pianura decido di fermarmi. Tutto attorno a me sembra immobile, ma dopo un primo istante la natura che mi circonda prende forma. In lontananza tra l’erba vedo decine di punti luminosi, che si muovono, un piccolo branco di impala che si è nascosto tra l’erba, per trascorrere la notte cercando di sfuggire ai predatori e la mia torcia illumina i loro occhi brillando di un colore verde intenso.

Sento dei rumori provenire da un’area dove la vegetazione è più fitta, sposto l’attenzione ed ecco due grandi elefanti intenti a strappare rami e mangiare le foglie, non si curano tanto della mia presenza, si fermano, mi guardano ma comunque mi fanno capire quale sia il confine tra me e loro.

I babbuini che avevo osservato tutto il giorno scorazzare lungo la pianura, si radunano ed inizianoil cammino verso l’albero scelto in cui trascoreranno la notte. Prima le femmine e i loro cuccioli, poi i maschi ed infine i capo branco. Tutti occupano un posto sui rami, un po’ di silenzio poi per un non nulla si accendono lotte furiose, poi dopo alcuni minuti torna la calma fintanto che la stanchezza prende il sopravvento.

E’ buio nella pianura del South Luanwga, ferma in silenzio seduta nella jeep aperta, all’improvviso sento un silenzio irreale, gli erbivori si sono alzati dalla radura, sono in allerta, sbattono lo zoccolo comunicando il segnale di pericolo, tutti pronti a scattare correndo via, lontano da lì, gli uccellini che di tanto in tanto cinguettavano sui rami, ora non si sentono. Tutto è immobile

Qualcosa sta per succedere, penso, troppo silenzio attorno a me. La savana anche durante la notte brulica di rumori e richiami, ma come è possibile che ora non si senta più nulla. Infatti non sono sola, appoggio sul sedile la videocamera prendo la torcia e inizio a scrutare. Eccolo! L’abitante della pianura che stavo cercando. L’inquilino in questione è Il leopardo, un maestro del mimetismo, si muove tra la fitta vegetazione senza far rumore, si accuatta negli anfratti del terreno, fermo immobile per ore, riesce ad arrivare vicino alla preda senza che questa si accorga di nulla, studia i movimenti della vittima e solitamente attende il buio per predare. Dopo aver oziato tutto il giorno tra le frasche di qualche maestoso albero, guardando di tanto in tantola sua prossima preda si stava preparando a cacciare.

Nella jeep la tensione aumentava, il cuore batteva forte, e le emozioni erano contrastanti. Sarei riuscita a vedere la caccia di un felino li davanti a me, ne avevo visti a decine di documentari in televisione, ma ora era decisamente diverso, ero io all’interno del documentario e lo vivevo istante dopo istante, un’ emozione incredibile, allo stesso tempo però, se la caccia avesse avuto un esito positivo per il felino, una viva sarebbe finita lì in quell’istante. Il mio cuore avrebbe voluto vedere la caccia ma senza vittima.

E’ buio nella pianura del South Luangwa,

 
 
 

(Testo di Debora Goretti - Giugno 2017) Copyright