IL GIGANTE AFRICANO, L'ELEFANTE

Nel regno animale l'elefante è il mammifero più grande, con un'altezza che supera i 2,5 e 3 m. e un peso che oscilla tra le 4,000 e 6,000 kg, non ha eguali in fatto di dimensioni fisiche.

La testa massiccia, il collo corto e le orecchie grandi mobili e piatte. Queste ultime hanno anche la funzione di disperdere calore e regolare la temperatura corporea, durante le calde giornate nella savana africana.

Questi giganti possiedono zanne che utilizzano per rimuovere la corteccia dagli alberi o per scavare alla ricerca di cibo, solo i maschi le usano durante i combattimenti.

L'avorio, materiale pregiato di cui sono costituite le zanne, ha determinato nel tempo, una caccia indiscriminata agli elefanti. Già gli antichi egizi utilizzavano questo pregiato materiale per produrre collane, pettini e statuette. Nel secolo scorso la caccia dell'uomo per procurarsi questo prezioso materiale a determinato quasi l'estinzione degli elefanti. Alla fine degli anni ottanta del novecento il commercio dell'avorio è stato dichiarato illegale in molti paesi. Bensì sia stato posto un veto sulla caccia ancora oggi i bracconieri entrano illegalmente nei parchi africani per cacciare.

All'interno del Kruger National Park in Sud Africa, precisamente nel Lower Sabie Rest Camp, è stata istituita un'area dove sono state raccolte testimoniante fotografiche dei rangers, durante i loro controlli all'interno del parco.

E' tremendo vedere con quanta barbarie e crudeltà l'uomo agisce su questi animali, a volte lasciandoli agonizzanti per ore o giorni. Putroppo non solo elefanti, ma rinoceronti bianchi, rinoceronti neri, leoni e leopardi subiscono lo stesso trattamento.

Il tratto fisionomico più bizzarro e fondamentale dell'elefante è la proboscide.

E' costituita da un insieme di fasci muscolari che conferisce a quest'organo mobilità e una grande elasticità.

Ha molteplici funzioni, serve per la respirazione, viene utilizzato come organo tattile per la ricerca del cibo, impiegato per raccogliere acqua da portare alla bocca o addirittura utilizzata come doccia rinfrescante durante le giornate calde. Sovente dopo essersi bagnato il pachiderma si serve della proboscide per afferrare della sabbia e cospargerla sulla pelle.

Avendo un peso corporeo molto elevato, l'elefante cammina appoggiando sempre tre arti, per distribuire meglio il peso. Sono longevi vivono circa 70 anni.

Sono animali sociali e presentano un'organizzazione matriarcale, difatti è una femmina adulta che guida il gruppo, sia durante i lunghi spostamenti, sia nella ricerca di acqua e cibo.

Definisce le regole comportamentali tra i componenti del gruppo e allontanta i maschi in età adulta perchè troppo aggressivi con le femmine, cura la crescita dei piccoli.

Vivono in gruppi di circa 10 o 20 esemplari, ma non è raro trovare branchi molto più numerosi anche di 50 - 70 esemplari, come ad esempio nel Parco Nazionale Chobe, in Botswana.

La loro principale attività giornaliera è l'alimentazione, passano ore e ore tra gli arbusti a cibarsi di radici, germogli, foglie, frutti, spolpano interi rami ricoperti di foglioline verdi e succulente, in particolare i frutti dell'albero di marula è tra i preferiti. I frutti cadendo a terra diventano un banchetto invitante e al sole, acquisiscono una gradazione alcolica che suscita uno stato di ebrezza a chi se ne ciba.

GRANDEZZA FISICA

Durante i miei viaggi in africa subsahariana ho avuto la possibilità di spendere diverso tempo nell'osservazione di questi incredibili animali. Innanzitutto sorge spontaneo pensare che, avendo una mole così grande si possano avvistare con facilità. Un errore. Mi è capitato di forare una gomma della jeep durante l'attraversamento del deserto del Kalahari in Botswana e durante la sosta forzata cercavo di rendermi utile mantenendo monitorata l'area circostante, permettendo a mio marito di provvedere in sicurezza al cambio della gomma. Attorno c'erano solamente piccoli arbusti, ed ingenuamente ho valutato che la vegetazione così bassa mi avrebbe permesso di scorgere con facilità eventuali animali. In realtà sono stata smentita di lì a poco.

Gli elefanti riescono a mimetizzarsi tra gli arbusti anche se il loro colore della pelle è molto diverso dalla vegetazione, inoltre hanno la capacità di muoversi passando anche in luoghi angusti senza farsi sentire. Risultato, ci siamo trovati un esemplare a qualche metro di distanza che ci osservava con tutta la sua imponenza, si è soffermato qualche istante, il tempo che serviva al nostro cuore di battere all'impazzata, ha attraversato il sentiero sabbioso, per poi continuare nella sua attività quotidiana, la ricerca del cibo.

Ho capito che avevo avuto la presunzione di valutare una situazione ponendomi e pensando come essere umano, di conseguenza tralasciando tutti gli aspetti fondamentali di comportamento di un'abitante del luogo come l'elefante.

AMORE e PROTEZIONE

Mi trovavo nel Parco Nazionale Chobe in Botswana era pomeriggio e faceva molto caldo. Come la maggior parte degli animali, che nelle ore centrali cercano riparo tra gli alberi per sfuggire a temperature proibitive, anche noi avevamo fermato la jeep sotto un grande albero alla ricerca di fresco.

Poco distante si trovava un piccolo gruppo di elefanti circa una dozzina. Nel gruppo vi erano alcuni piccoli, i quali si muovevano lentamente quasi barcollando. E' noto che tutti i cuccioli passano da momenti di estrema vivacità a momenti di riposo. Ma il riposo nella savana pone gli esemplari più giovani al rischio di attacchi da parte di predatori.

Gli elefanti infatti per ovviare a probabili attacchi utlizzano una tecnica semplice ma geniale. I cuccioli si adagiano sul terreno e gli esemplari adulti si dispongono in cerchio, creando così una barriera impenetrabile.

Amore e tutela verso un piccolo, verso una nuova vita che sta crescendo, un comportamento sociale di aggregazione e interazione tra tutti i membri del gruppo. Guardavo con meraviglia la scena che si era presentata davanti ai miei occhi, perchè in questi gesti si racchiudevano tante emozioni, quali, amore, protezione, rispetto, dedizione, vita, empatia.

EMPATIA

L'elefante ha la capacità di condividere con il gruppo esperienze ed emozioni quali ad esempio la morte di uno dei compagni. Molte sono le testimonanze che hanno descritto come questo gigante si avvicini al compagno morto coprendolo di foglie e vegliando per lungo tempo. Infatti mi è capitato personalmente di osservare un gruppo di elefanti trovarsi di fronte a resti di ossa di un loro simile. Si avvicinano lentamente, con la proboscide toccano i resti con delicatezza, quasi a non voler violare qualcosa di sacro, come se entrassero in contatto con qualcuno che faceva parte della sua stessa specie, si fermano e osservano. In questi coportamenti possiamo riscontrare un aspetto legato all'empatia che è riconosciuta nell'essere umano.

GOLOSITA'

Calato il sole, quando tutto si oscura, la vita di molte specie diventa frenetica e operosa. Tutti gli animali notturni escono dalle tane alla ricerca di cibo come ad esempio, istrici, bushbaby (galagoni), pangolini, scrub hare (lepri), porcupine (porcospini), genet (genetta), honey badger (tasso del miele). Gli ippopotami lasciano i fiumi dove avevano oziato tutto il giorno e si addentrano nel “bush” per cibarsi, i predatori quali leoni, leopardi, iene maculate, iniziano le loro battute di caccia, alla ricerca di prede, gli erbivori quali zebre, gnu, impala, puku si radunano in spazi aperti, i babbuini trovano riparo sugli alberi e gli elefanti che dopo essersi immersi nel fiume, per lavarsi e dissetarsi ritornano nella fitta vegetazione continuando a cibarsi.

Questi giganti, per poter vivere, devono ingerire grosse quantità di cibo, si calcolca che un esemplare adulto superi i 130 kg al giorno. Sono molto ghiotti di frutti e non si fermano davanti a nulla pur di mangiare le loro prelibatezze.

Ci trovavamo nel Kafue National Park in Zambia, avevamo piantato la tenda a terra a ridosso del Kafue River, sotto un grande albero di marula, un'area ricca di elefanti , ippopotami, iene e leoni. Avevamo lasciato la tenda aperta ma le zanzariere chiuse per permettere al fresco notturno di diminuire il calore accumulato durante la giornata, questo ci permetteva di osservare il mondo notturno, da una prospettiva ritengo privilegiata.

Un elefante adulto, dopo che aveva trascorso diverso tempo in acqua, si era diretto verso l'albero, vicino al quale avevamo deciso di trascorrere la notte.

Interessante è stato notare con quanta maestria si sia mosso attorno alla tenda ore e ore senza arrecare alcun danno. Noi dall'interno osservavamo affascinati questo gigante muoversi, prima da un lato poi dall'altro, di tanto in tanto si fermava, poi raggiungeva il tronco dell'albero, strofinava energicamente il suo corpo per togliere i parassiti, poi ritornava al suo compito primario, la ricerca del cibo. Con la proboscide spezzava rami ricchi di foglie, le posizionava sul terreno vicino alla tenda e con estrema cura le spolpava.

Ero affascinata nel pensare che spaccava parti di albero grossi e pesanti, ma non lasciava nulla al caso. Sembrava sapesse che all'interno di quello strano oggetto semi circolare ci fossero degli esseri viventi.

MEMORIA

In alcune zone, ad esempio nel deserto del Karoo, nelle aree del Damaraland e Kaokoland in Namibia, vivono piccoli branchi di elefanti che compiono lunghi tragitti alla ricerca di acqua. Scavano nella sabbia per trovare risorse idriche. E' una ricerca continua ed estenuante. A differenza degli altri elefanti africani hanno sviluppato differenze fisiche, ad esempio sono più piccoli, hanno una proboscide più lunga e la pianta dei piedi è più larga. Questo permette loro di sprofondare meno nella sabbia. Percorrono decine e decine di chilometri al giorno, la loro memoria li porta ad attraversare aree immense arrivando a trovare risorse idriche vitali, adattandosi a territori estremi. La matriarca guida il gruppo, tutti in fila, i più piccoli al centro e un adulto chiude la fila. Ogni generazione ha il compito di tramandare alle generazioni future quel bagaglio di conoscenze fondamentali per la sopravvivenza

AGGRESSIVITA'

Periodicamente un forte incremento dei livelli di testosterone nel sangue porta il maschio di elefante a compiere azioni aggressive, gli studiosi non hanno ancora identificato i motivi di questo incremento di testosterone che non è correlato all'accoppiamento con le femmine.

Spesso nei parchi popolati dagli elefanti è facile imbattersi in alberi sradicati o abbattuti, infatti questi giganti spingono il corpo contro il tronco dell'albero fino ad abbatterlo.

RISPETTO

Entrare nel loro mondo in punta di piedi, fermarci ad osservare senza voler per forza modificare, cercare un'interazione ma senza prevaricare, penso, possa contribuire a rendere il loro habitat un luogo migliore.


© Debora Goretti